racconto

“burlare” è la colpa che gli avari rinfacciano ai prodighi. è sicuramente una voce dialettale. il lombardo “borlà” ha sia il senso proprio di “rotolare”, di “spingere innanzi”, sia il senso figurato di “dilapidare” (in riferimento alle ricchezze male amministrate).

sempre con riferimento alla lingua lombarda, qualcuno ha proposto la derivazione da “burella” (palla di legno utilizzata in alcuni giochi). altri hanno proposto derivazioni toscane, in particolare aretine, oppure marchigiane. c’è chi fa riferimento, infine, al provenzale (“burlar”: spendere largamente).

l'altro significato del verbo "burlare", quello per noi oggi più comune  ("ingannare qualcuno facendosene beffe"), non compare nella commedia. con quest'accezione troviamo l'uso del verbo "schernire" (in inferno xxiii, 14: "questi per noi / sono scherniti con danno e con beffa", a proposito del ricordo della beffa giocata ai diavoli da ciampolo e del danno subito da calcabrina e alichino, precipitati nella pece bollente).