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la parete narrante cà giustinian venezia, 2009

nel mio pensiero per questo spazio la luce naturale e quella artificiale si compenetrano, si seguono e convivono tra trasparenze, ombre, riflessi. si muovono come l'acqua e la terra, come i terreni lagunari delle barene, in cui solidità e fluidità si ritmano con il movimento delle maree, in cui gli orizzonti cambiano emergendo e poi immergendosi per scomparire temporaneamente. è un lavoro in cui le modulazioni della luce artificiale si muovono in funzione della luce naturale, seguendo il flusso del giorno, della sera e della notte.

 

ho pensato all'illuminazione come ad un intervento architettonico che si integrasse con ante, tagli e specchi per definire in un unico gesto lo spazio. un filo che si srotola sulle superfici e le apre trasformandole in volumi dagli orizzonti infiniti. ciò che è costruito senza passione, verrà vissuto senza piacere. mn